Anda por aí um movimento que se atribui a tarefa de impedir que outros apaguem a memória. A coisa porém tem gato: para quem se apresenta com tão benfazejas intenções, a manifestação de amnésia reiterada e deturpação do passado pode fazer mal.
Proclamam querer manter viva a lembrança dos que lutaram contra o fascismo. Mas apelidam, benévolos, na esteira de Fernando Rosas, o regime nazi-fascista de Salazar e Caetano, de Estado Novo.
Falam das prisões fascistas, mas um dos membros mais proeminentes do referido movimento escreve elogiosamente sobre um dos mais sanguinários agentes da PIDE.
Anunciam um colóquio internacional sobre o campo de concentração do Tarrafal e além de ignorarem como oradores os comunistas, resistentes que em maior número sofreram a repressão fascista, omitem a existência de um livro fundamental para a compreensão desse tempo, como "O Tempo das Giestas" , de José Casanova.
Fácil é, pois, perceber que apenas querem preservar a memória de uma história reescrita a seu contento . E essa intenção não deixa de ser, convenhamos, uma refinada canalhice.
4 comentários:
Como a corja anda só a gozar com as vitimas da Casa Pia, nas quais Portugal acredita piamente, veja isto que o Mandela fez na Africa do Sul.
Retirado da Sabedoria Banto.
Os Tribunais do Perdão.
Espero que leia italiano.
Poupe as suas energias e use-as apenas no que é util. Sff.
"Ancora a proposito dei Tribunali del Perdono
http://www.atma-o-jibon.org/italiano4/rit_marotta1.htm
Parla Nelson Mandela
L’ex presidente fa il punto sulla rinascita del suo Paese dopo l’apartheid, e sulle attivita' della “Commissione verita' e riconciliazione”.
Sudafrica, guarire e' possibile
“Oggi le famiglie delle vittime sanno quello che e' successo ai propri cari: la pena di morte e' stata usata come pretesto per assassinare i neri”.
Maria De Falco Marotta (“Avvenire”, 31/7/07)
Nelson Mandela e' una delle guide morali e politiche piu' grandi del nostro tempo: un eroe internazionale, la cui lunga vita e' stata dedicata alla lotta contro l'oppressione razziale, lotta che gli ha fatto meritare il premio Nobel per la pace nel 1993 e poi, l'anno dopo, la presidenza del suo Paese come primo presidente dopo l'apartheid. E' riverito dappertutto come forza vitale nella lotta per i diritti dell'uomo e l'uguaglianza razziale. Dicono, inoltre, che il sorriso di Mandela sia il piu' famoso del mondo. E si capisce perche': da un uomo che e' stato in prigione per quasi trent'anni in nome dei diritti umani dei suoi compatrioti; che parla senza reticenze delle stragi dell'Aids nel suo Sudafrica, che da' il suo numero di ex detenuto a "Robben Island", il 46664, al “cd” del concerto tenuto al “Greenpoint Stadium” di Cape Town, organizzato per sensibilizzare il pubblico riguardo le problematiche legate all'Aids; che a 85 anni accenna alle danze etniche del suo amato popolo sollevando in alto la “Coppa dei Mondiali di calcio” del 2010, i primi ospitati dal continente nero; che in “Internet” ha almeno 130 siti che parlano di lui; che corre, infaticabile, in ogni luogo del mondo per sfatare i pregiudizi sul colossale “melting pot” della sua diletta patria; che, pur fiero e regale, memore della sua alta pratica del rispetto della dignita' umana, non disdegna di rispondere a chiunque, quando la gente l'opprime col suo affetto e vuol sentire, dalla sua viva voce...
Presidente Mandela, che cos'e' la liberta', lei che in suo nome ha sofferto tanto?
“E' una fiamma che nessuno puo' spegnere. In tutto il mondo ci sono uomini e donne che la faranno sempre ardere. Anche a costo della vita”.
Come si augura che sia questo terzo millennio?
“Purtroppo, nel mondo vi e' ancora troppa gente che langue in poverta', schiava della fame, dell'intolleranza e dell'ignoranza. Spererei che, con la buona volonta' di tutti, finissero gli abusi e le ingiustizie sui bambini e sulle donne e che il disinteresse verso i miseri rimanga un brutto fenomeno del XX secolo”.
Si sa che lei e' un appassionato di storia. Dove collocherebbe l'apartheid nella scala delle atrocita' del XX secolo?
“A esclusione delle atrocita' commesse contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, non c'e' altro crimine, nel mondo, che sia stato condannato all'unanimita' come l'apartheid. La cosa peggiore e' che una minoranza decise di sopprimere la stragrande maggioranza del Paese, utilizzando il nome di Dio per giustificare le nefandezze commesse”.
Lei pensa che le violazioni dei diritti umani commesse dall'apartheid siano state piu' terribili di quelle sofferte nei Paesi latinoamericani, come il Cile, il Salvador e l'Argentina?
“Durante la Commissione della Verita' e Riconciliazione abbiamo ascoltato cose tremende."...
O branqueamento ao fascismo é, cada vez maior. Uma perigosa vergonha!
Tenho oferecido “O Tempo das Giestas” sobretudo a jovens, alguns a través do livro querem saber mais.
Os programas escolares ocultam a História recente, em casa não falam sobre o assunto, a direita manipula e assim, uma geração vai crescendo a ignorar a Verdade.
Revolta, dói e é de uma injustiça atroz, sobretudo para todos aqueles que sofreram na carne a barbárie do fascismo.
GR
um abraço pedro
o meu tio-avô, Pedro Matos Filipe, foi a 1ª vítima no campo da morte lenta, anarco-sindicalista, e tenho orgulho no passado anti-fascista da família
contudo, reconheça-se que o revisionismo histórico tenta apagar os nomes dos nossos heróis, dos nossos exemplos e entre eles os militantes do PCP, os que mais se destacaram na luta contra o fascismo, na sua forma destemida, corajosa, consequente, como mantiveram bem alto a bandeira da liberdade e da resistência...
ontem como hoje, o PCP ergue bem alto a voz da esperança num mundo mais justo, mais fraterno, liberto
Imprescindível é,ler I e II tomos das obras de Álvaro Cunhal.Não como um romance,mas compreender,e agir em conformidade. A História de Portugal do século XX, está lá!
Anda por aí uma GAMA de "historiadores"que vende[e se vende] a quem der mais ma$$a!
Um abraço!
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